Talat
di Giovanni Lo Verso
scultore

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Dall’entroterra al mare.
(dedicato a Clara)

Come ormai storicamente appurato, la storia della Sicilia è fortemente caratterizzata dal
susseguirsi sul suo territorio di decine di popoli che, ammaliati dalle ricche risorse naturali
offerte, dalle potenzialità commerciali e dalla bellezza dei luoghi, vi si stabilirono
producendo economia e cultura, proprio come oggi fanno alcuni imprenditori siciliani di cui
Francesco Giostra Reitano ne è esemplare testimoniaza.
Ognuno di essi è riuscito a portare nuova ricchezza che, miscelata sapientemente con le
altre già presenti, ha continuamente spinto dinamicamente verso la nascita e la rinascita
culturale dei territori, originando stratificazioni profonde dall’assoluto valore. Caso come è
quello del territorio di Messina.
Curiosamente (ma necessariamente) ognuna di queste realtà ha avuto, nella diversità, un
comune denominatore: erano tutti popoli arrivati dal mare, proprio per l’essere isola della
Sicilia. Anche se questi arrivavano a stanziarsi nelle parti più interne della grande Isola del
Mediterraneo, potevano farlo solo dopo aver affrontato lunghe e pericolose traversate
marittime.
In questo disegno rientra assolutamente Messina e Piano Torre, dimostrato attraverso i
patrimoni artistici materiali e immateriali che contribuiscono a caratterizzarlo così
fortemente.

L’opera Talat (dedicato a Clara)

Descrizione:

Ed è così che prende forma l’installazione in oggetto, che diviene un piccolo ma efficace manifesto di queste dinamiche e di questa presenza. L’opera intende riportare attraverso le sue caratteristiche formali, il contatto storico e culturale che il territorio ha con il mare, ma che testimonia ed aiuta a capire come questo sia parte fondamentale delle radici culturali dei luoghi. Dalla terra si alzano dunque tre manufatti che si materializzano germinando, scorrendo idealmente dal terreno, riportando simbolicamente al contempo, sia il potere generatore della terra (la verde natura boscosa) che quello dell’acqua (il mare) quali forze rinnovatrici; sono forze che incarnano la dinamica delle culture che si sono avvicendate, la ricchezza che sono state in grado di generare e che ancora oggi può indicarci la via per un futuro propositivo. L’opera si compone di tre elementi verticali con altezze diverse, realizzati con un’ unione di materiali (resina fibrorinforzata, ferro e ossidi minerali naturali), in grado di dare solidità e forza evocativa; si presentano come l’incontro tra trasparenza e solidità, leggerezza e forza, grazie anche all’uso di tecniche ed effetti artistici in grado di rimandare a quelle che hanno reso celebre le storiche produzioni del territorio. Adagiati direttamente sul terreno rimandano inoltre ad una ricca testimonianza archeologica della nostra terra. Una scelta che rappresenta “la volontà di riemergere, risorgere dalla terra stessa”. È da questo concetto che deriva anche il nome dell’installazione: “Talat“, che viene dall’arabo e significa proprio “inizio”.